Tigella's è il regno del pane tipico della cucina povera di tradizione modenese. In passato la tigella era la lastra di pietra posta nel fuoco in cui si scaldava la crescentina, ovvero un impasto di farina 00 e manitoba, acqua, latte, sale e lievito, che veniva lavorato e fatto riposare. Il preparato veniva posto in piccole scodelle e lasciato lievitare per ore prima di essere cotto con la sua classica forma tondeggiante. Oggi l'impastatrice riduce i tempi di preparazione; l'antico disco di terracotta è stato sostituito da moderni stampini coppapasta; la piastra è elettrica. E la crescentina si chiama anche tigella. Resta la mano sapiente e paziente che continua il suo abile lavoro, sera dopo sera. Tigelle e gnocco fritto sono quotidianamente realizzati in modo artigianale, proseguendo questa tradizione.

COLORI E IDEE - Sole e grano, cielo e terra. Questi gli elementi che dipingono Tigella's, i cui muri sono resi vitali da uno spatolato arancione, tinta ripresa dalle sedie e dai tovaglioli. Alle pareti, sculture e quadri di Marco Anello, designer tutto fare che presta servizio nel ristorante. Sua l'idea di trasformare la tigelleria in un luogo dove proporre mostre di cultura popolare, fatte di volti, paesi, feste e tradizioni che narrano luoghi vicini e lontani. L'angolo bambini (per loro è stato ideato un apposito menu a 6 Euro con tigelle, gnocco fritto, due salumi a scelta, nutella e maionese e bibita) è corredato di lavagnetta, tavolini, giochi e pastelli, per gustare le specialità della casa in un clima disteso e rilassato. 

TIGELLANDO - Crudo, pancetta, coppa, salame e mortadella. Questi gli ingredienti del tagliere del "menu tigella", a 10,50 Euro. Prodotti di qualità, provenienti da Pavullo nel Fignano, nel cuore del Modenese. Non manca un buon assortimento di salsine con cui farcire le piccoli e tondeggianti tigelle. Intingoli dolci, come la Nutella e la marmellata di fragole. E salati: la maionese, anche nella variante agliata, e la piccante. Una chicca? La cunza, ovvero un pestato di lardo di suino, di sale, di aglio e di rosmarino, che si scioglie all'interno della tigella calda, spolverata con Parmigiano Reggiano grattugiato di Sestola, in Emilia. Per finire, una porzione di crescenza e di Gorgonzola al cucchiaio, declinati con marmellata di fichi e miele d'acacia. 

ORTI E NETTARI - Più leggero il menu vegetariano, che ingolosisce con i formaggi, tra i quali Taleggio, scalvinella e morbidella dell'azienda agricola di Noviglio, alle porte di Milano. Completano il tutto pomodori, peperoni, zucchine e melanzane alla griglia. Per i celiaci vengono preparate speciali crescentine con farina priva di glutine. I vini ideali? La cantina consiglia un tris di Lambrusco doc: il Salamino S. Croce, sapido, pieno e venoso; il Grasparossa di Castelvetro, dalla spumeggiante fragranza e dal profumo che ricorda viola e lampone; e quello di Sorbara, con la sua spuma rosea evanescente. E, dopo cena, la grappa di Lambrusco di Castelnuovo Rangone.