Il nome IYO deriva il nome dalle ultime tre lettere di UKIYO o "mondo fluttuante" termine con cui si designano la cultura e l'arte cittadina del periodo Edo, Giappone del XVII - XVIII secolo.

IYO è parte di un mondo che fluttua e scorre, parallelo della realtà "fuori" dalle sue ampie vetrate, quella dal ritmo dinamico e convulso dei noti locali che distano un isolato ma sembrano lontanissimi, tanto a IYO il clima è differentemente sottolineato e l'atmosfera diversamente vissuta.

La "calligrafia" di tutto l'ambiente è di Simone Nisi Magnoni e Sabrina Gallini, entrambi hanno perseguito e raggiunto lo scopo di far vivere il locale di vita propria, personalissima, rilassata e rilassante. Ecco all'interno una larga vetrata, dietro la quale avviene la preparazione dei piatti, semplici o elaborati, sempre presentati con gusto attento alla percezione di tutti e cinque i sensi, e dove è regina una piastra teppanyaki - in acciaio e rivestita in cromosabro - per cottura di carne, pesce, riso e pasta; accanto si griglia la prelibata carne Kobe beef e tutto lo staff si adopera per fare apprezzare e gustare le specialità, servite poi con grazia e cortesia.

Lo chef è Haruo Ichikawa, cha ha appreso l'arte del sushi in Giappone e ha al suo attivo anni di esperienza a New York, in Europa e in Italia. A Milano ha aperto Endo circa 17 anni fa e ha poi lavorato per i più conosciuti e prestigiosi ristoranti giapponesi della città. Per Haruo Ichikawa la collaborzione con la famiglia Liu, creatrice di IYO, è una esperienza assolutamente nuova e stimolante.
Ecco tinte raffinate e riposanti alle pareti dei due ampi vani di cui si compone il locale, illuminate da sculture dalla morbida e ambrata luminosità, posizionate al soffitto o poste come originalissimo arredo nell'intersecarsi degli spazi.
I mobili sono minimi, funzionali e accordati cromaticamente, e i tavoli, laminati di un oro pallido e ricercato su cui tutto si propone e risalta, sono decorati da piccole candele che appaiono anche all'ingresso, sul banco bar e sui mobili, parte integrante con la loro tenue luce, di una scenografia attenta e discreta, mai eccessiva.