Ristorantimilano

Antica Osteria La Rampina

Frazione Rampina, 3

San Giuliano Milanese - MI

Mezzi pubblici: Bus: 121

Prenotazioni: 02 9833273

Giorno di chiusura:
merdoledì
Orari di apertura:
dalle ore 12.30
Tipologia cucina:
Italiana
Struttura:
Cantina:
Nazionale
Prezzo medio:
30/40 euro
Ideale Per:
Coppie, Gruppi, Famiglie, Aziende, Feste, Business, Romantico, Matrimoni, Battesimi
Aperitivo:
Pranzo:
Dalle 12.30 alle 14.30
Spazio all'aperto:
Numero coperti:
90
Servizi:
                       
DDescrizione Antica Osteria La Rampina Milano
L'attività più antica della provincia di Milano. Con questo titolo la Camera di Commercio meneghina ha insignito La Rampina, osteria con stallazzo lungo la via Emila sin dal lontano Cinquecento. Un cascinale denso di secoli e di fascino, con il grande glicine a far da sentinella alle possenti mura. Una roccaforte gourmet che vanta ambienti avvolgenti: la sala più raccolta, col nobile camino in mattone e breccia di Viggiù, la boiserie e i soffitti in legno a cassettoni; e la sala ristorante, luminosa e rassicurante, che, con ampie arcate, si affaccia sullo splendido giardino interno, scenario estivo per romantiche cene a lume di candela. A gestire il tutto, dal 1973, i fratelli Gagliardi: cuoco Lino, in cucina; e sommelier Angelo in sala. Ma anche vigile custode della silente e storica cantina, dove riposano circa 750 etichette di piccoli e grandi produttori italiani.

LA CULTURA DEL CIBO - "Da noi non si subiscono le mode", dichiara felice Lino. "La nostra è una cucina di stampo classico, legata a quello che un tempo significava andare al ristorante. Ovvero provare e trovare un po' di tutto, dalla terra al mare". Ecco allora che il menu si rivela un cammino per aia, campagna, bosco e acqua salata. Partendo e tornando sempre lì, al territorio lombardo. Che si rivela la vera fucina alimentare della Rampina. Della serie, manzo e vitello giungono dal Lodigiano; oche, anatre e polli vengono allevati nella cascina vicina; il salame è di Pandino (vicino a Crema); e sono i cacciatori stessi a fornire la selvaggina, ossia fagiani, lepri, pernici e caprioli. "Certo la fantasia non manca", aggiunge chef Lino, "ma segue sempre tradizione, memoria e autenticità". Infatti tutto, qui, è home made: dal pane (bianco, alle olive e al formaggio) alla pasta, fino alla pasticceria. "L'esperienza mi conduce poi a una cucina personale, fatta di abbinamenti miei. Del resto, dopo trentasette anni di lavoro, ormai sono il regista di me stesso, dei miei piatti e di chi li riceve", conclude Lino.

IL SENSO DEL SAPORE - Variano le ricette. Seguendo la stagione e la maturazione dei prodotti. Affinché gli ingredienti arrivino a tavola al massimo della loro forma. Per iniziare? Si può sposare l'orto, con lo sformato di broccoli e crema di Tipico Lodigiano (24 mesi del caseificio Dedè), il tortino di carciofi e le cipolle bianche brasate con tartufo nero; strizzare l'occhio al mondo norcino, con il salame di cascina, il lardo casereccio (valorizzato da un'affumicatura in casa), la coppa della Val Tidone e il prosciutto di Langhirano, corredati da pasta fritta; oppure tuffarsi in mare, col filetto di triglia ai pistacchi, la capasanta alla mediterranea e lo scampo all'uva, con leggera salsina al vino bianco. Per proseguire con i maccheroncini alla salsiccia e timo; le tagliatelle al ragù d'anatra; i ravioli di zucca, patate e pancetta al burro fuso; l'aristocratico risotto alla fagianella e quello delicato alle sei cipolle (bianca, rossa, bionda, porro, scalogno e cipollotto), preparati con un Carnaroli di Borghetto Lodigiano. Senza dimenticare la costoletta di vitello alla milanese (alta e cotta nel burro); le lumache trifolate con porcini e polenta; le cervella fritte; l'anatra muta all'arancia; la costata di manzo stracotta al Roverone o brasata in agrodolce; e il filetto di branzino alla verza. A cui si aggiungono (quand'è periodo), anguilla, rane e cassouela.

FRA DOLCE E SALATO - E per un assaggio di formaggio? Sul carrello sfilano tenerezze quali Castelmagno con miele di castagno, Gorgonzola al naturale con confettura di pomodori verdi e, tavolta, anche i latticini d'alpeggio della Val Trebbia. Invece, per dolce, una vera teoria di delizie: candida mousse di mela con salsa ai frutti di bosco; torta di pere calda con panna liquida o cioccolato fondente; golosa cremina al caffè con biscotti casalinghi; trilogia di sorbetti (all'uva americana, al limone e ai mirtilli) e gelato di castagne con salsa di cachi e caramello. Ideali in abbinamento a vini da dessert serviti al bicchiere, come Moscato d'Asti, Picolit, Verduzzo di Ramandolo, Passito di Pantelleria e Malvasia delle Lipari.

DEGUSTANDO - Rigorosamente tratti dalla carta, i due menu degustazione (a 55 Euro) omaggiano il pesce o il tema vegetariano. E per chi volesse il piatto unico? Potrebbe ordinare il classico ossobuco di vitello con risotto alla milanese. Invece, per una colazione di lavoro (nei giorni feriali), La Rampina non perde il suo stile e propone tre soluzioni a 35 Euro, inclusi coperto e vini di San Colombano (delle aziende Nettare dei Santi o Poderi di San Pietro): ovvero antipasto, primo e dessert; antipasto e secondo; o primo e secondo. Sempre pescati dal menu à la carte, che vale anche al mezzodì.

FESTEGGIANDO - Aperta solo su prenotazione e per un minimo di una trentina di persone, l'Osteria Nuova è uno spazio accogliente (attiguo alla Rampina), reso ancora più suggestivo dagli antichi mattoni a vista che vestono le pareti. Un'oasi perfetta per cene conviviali o ricorrenze familiari, animate da un menu lombardo studiato ad hoc e accompagnato da nettari locali. Mentre, per cerimonie, eventi aziendali e banchetti, c'è il salone delle feste, capace di ospitare fino a 150 persone.

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